Visualizzazioni totali

mercoledì 16 febbraio 2011

Un mio progetto fallito del 2006: Pacemecum, piccolo vademecum della nonviolenza (suggeritomi da Einaudi)


Regole pratiche per la direzione dell’ingegno nonviolento


  1. Introduzione. La banalità della nonviolenza

Distinguiamo tra nonviolenza e "pacifismo". L’ovvietà della violenza è tale solo all'interno di una cultura che considera ovvia la violenza. Ogni cultura giustifica certi tipi di violenza ma la nonviolenza può superare la relatività delle culture. Razionalità della nonviolenza: reagire violentemente non garantisce il minor danno complessivo. Differenza tra violenza e aggressività. La nonviolenza non è una filosofia astratta ma uno stile di pensiero e di comportamento valido in tutte le circostanze.

1.   non reagire con violenza/reagisci con nonviolenza

È possibile dominare e trasformare i propri istinti aggressivi, posto che li si sappia riconoscere e identificare: l'autocontrollo è alla portata di tutti. Tecniche di base del comportamento nonviolento. Esemplificazione di casi concreti: di fronte a situazioni quotidiane si danno possibilità di comportamento che normalmente non vengono prese in considerazione per mancanza di educazione alla nonviolenza.

  1. non agire con violenza/agisci con nonviolenza

Cause ed effetti: comprendere il circolo dei comportamenti violenti. Manifestare il proprio dissenso contro la violenza e accettarne le conseguenze: l’esempio della protesta antibellicista di Thoreau. Le tecniche della nonviolenza. Tra i due litiganti il terzo media: tecniche di analisi e comunicazione dei propri "fondamenti" emotivi (Pat Patfoort).

  1. non parlare con violenza/parla con nonviolenza

La violenza verbale è violenza tout court: imparare a soppesare le parole in ogni situazione può aiutare a prevenire o smorzare la violenza. La nonviolenza mantiene sempre aperta la via del dialogo: la lettera di Gandhi a Hitler come esempio di radicale ideologia nonviolenta. La responsabilità dei media. Caratteristiche dello stile comunicativo nonviolento. Ironia vs sarcasmo.

  1. non pensare con violenza/pensa con nonviolenza

Come orientare i propri pensieri? Il pensiero è per sua natura involontario e sfugge alla presa di una coscienza non allenata a controllarsi. Non indugiare nella rappresentazione mentale violenta. Lasciar scorrere i pensieri violenti come il vento tra i rami. Analizzare i pensieri violenti per capirne le cause. «Ci mancavano gli idioti dell'orrore».

  1. non sentire con violenza/senti con nonviolenza

Orientare il proprio sentire: il pan-mentalismo buddhista come esempio di tecniche di trasformazione di sé. La cultura della violenza è contagiosa: contrastare l’interiorizzazione della violenza per spezzare il circolo della "pedagogia nera". La violenza verso gli animali e verso l’ambiente è consustanziale alla violenza verso gli esseri umani. Coetzee e Singer: l'empatia (e i neuroni-specchio).

Nessun commento: