Se volete vedere un film che mescola generi e citazioni, Twin peaks con Matrix e il Dottor Stranamore, Eyes Wide Shut con Strange days e Le streghe di Eastwick, il tutto condito da un irresistibile erotismo lesbo-gay appena attenuato dalla commedia, non perdetevi il nuovo film del regista nippo-americano Gregg Araki, in questi giorni sugli schermi del Torino Film Festival: Kaboom, già vincitore della Queer Palm al Festival di Cannes 2010.
Non manca nulla per divertirsi: un ritmo rapidissimo, bravi attori giovani, belli e molto sexy (Roxane Mesquida è una strega lesbica che non perdona), humour, mistero, visioni, complotti, inseguimenti, travestimenti, personaggi bizzarri e sesso soft. Ma neanche tanto soft, se si considera la piccola lezione di cunnilingus per machos troppo pieni di sé: la vagina non è un piatto di spaghetti e il clitoride è come un piccolo pene, va trattato di conseguenza…
L’atmosfera è surreale e fumettistica, ma il film non si dimentica mai dello spettatore e, nonostante il sovrapporsi di colpi di scena ai limiti della credibilità, non c’è nemmeno un momento di noia.
Belle musiche post-rock e un finale a sorpresa più che esaltante: di che uscire dalla sala con l’aria pienamente soddisfatta. E con qualche consolidamento delle proprie nozioni sessuali.