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martedì 15 marzo 2011

Il pianeta malato, Underworld e Spazio 1999 (un mio appunto del 2007)


"Nel 1971 Debord scrive un saggio, Il pianeta malato, che sembra scritto oggi. Parla di inquinamento come produzione materiale e allo stesso tempo spettacolare (ideologica), inquinamento come cosa e come discorso sulla cosa.
Vent’anni dopo Don De Lillo ha scritto il suo capolavoro, Underworld che ha come protagonista un esperto di smaltimento di rifiuti anche radioattivi, e come fil rouge per tenere unite le molte storie dall’andamento più che centrifugo rispetto a un inesistente centro, la storia della palla da baseball della storica partita …, perfetto emblema del nulla ideologico in cui l’America e l’Occidente erano già precipitati prima dell’11 settembre.
Non sarà certo un caso ma un cosiddetto segno dei tempi, se anche la famosa serie fantascientifica per la televisione, Spazio 1999, inizia proprio con il distacco della luna dalla sua orbita in seguito all’esplosione dei depositi lunari di scorie radioattive, rappresentando spettacolarmente come errata una soluzione ideologica, per quanto fantascientifica, al problema nucleare (la storiella che i rifiuti nucleari si possano spedire nello spazio ricorre ancora oggi, e comunque era di moda negli anni settanta e ottanta, anni di fanciullezza per gli spettatori di Spazio 1999)."

Aggiungo che per uno della mia generazione (1972), prima ancora dell'incidente di Chernobyl, fu determinante la visione di The day after: la paura del disastro, la ricerca mentale di possibili rifugi antiatomici, la comparazione del rischio rispetto ad altri paesi diversi dall'Italia, la paura  della pioggia radioattiva e dell'eventuale dopo, hanno sempre accompagnato la mia paranoica infanzia.
Sono cresciuto con la paura della distruzione atomica; una paura quasi scomparsa (per l'assoribimento  involontario della nuova ideologia post-'89) fino al 2001, e ora definitivamente ritornata per la colpevole stoltezza dei governanti occidentali che insistono sulla via perdente dell'energia atomica.

Ogni divina maledizione scenda sul loro empio capo.