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sabato 3 marzo 2012

Digiuno collettivo contro la Tav

Enrico Piovesana
La protesta nonviolenta per eccellenza: un digiuno collettivo. Potrebbe essere questo il nuovo sviluppo della lotta No Tav. L’idea – avanzata da Giovanni Salio, presidente del Centro studi Sereno Regis di Torino, ed Eduardo Acotto, docente di Storia e Filosofia all’istituto superiore torinese ‘Santorre di Santarosa’ – verrà discussa nei prossimi giorni dal movimento della Valsusa. Ma ha già raccolto molte adesioni.
 
Professor Acotto, chi ha aderito finora alla vostra iniziativa?
Per ora abbiamo ricevuto, tra le altre già numerose, l’adesione personale del portavoce del movimento No Tav Alberto Perino, del difensore dell’acqua pubblica Ugo Mattei, dell’ecologista Guido Viale, del fisico Massimo Zucchetti, del filosofo Gianni Vattimo, del politologo Angelo D’Orsi, dello storico Brunello Mantelli, del teorico della decrescita Maurizio Pallante, del climatologo Luca Mercalli e di esponenti politici torinesi come Michele Curto di Sel e Vittorio Bertola del Movimento Cinquestelle. Probabilmente aderirà anche il pacifista siciliano, ex operaio Fiat, Turi Vaccaro.
Com’è nata questa idea?
Vogliamo mettere al servizio del movimento l’esperienza che il Sereno Regis ha nel campo della teoria e prassi della nonviolenza. Ne abbiamo già parlato con Perino, ma ovviamente la cosa andrà discussa in valle con la gente del movimento. Lunedì sera a Torino definiremo in una riunione la nostra proposta e nei giorni successivi la sottoporremo al movimento: saranno loro a decidere modalità e obiettivi di questa azione.
E quali sono gli obiettivi cui state pensando?
Certamente l’apertura di un tavolo di confronto tecnico con gli esperti tecnici del movimento No Tav, i sindaci della Valsusa e la Comunità montana locale. In questa delicata fase di contrapposte precondizioni – da una parte il governo che chiede la fine di quelle che vengono sbrigativamente chiamate “violenze”, in realtà una complessa serie di atti collettivi di resistenza passiva e attiva con diversi gradi di efficacia e aggressività, prima dell’apertura di qualsiasi discussione, dall’altra il movimento che chiede prima di tutto lo stop dei lavori del cantiere Tav – ci piacerebbe tentare una conciliazione almeno sulle condizioni per l’apertura del dialogo. Fermo restando che per noi la ragione sta dalla parte di chi vuole fermare questa gigantesca e inutile opera pubblica della discordia. Ma, ripeto, sarà l’assemblea No Tav a decidere quali saranno le nostre richieste per intterompere il digiuno collettivo.
E sulle modalità della protesta?
L’idea è quella di mettere insieme almeno un centinaio di persone che portino avanti un digiuno a staffetta pubblico, ovvero in gruppi di una decina di persone che a turni di 24, 48 o 72 ore, o anche di più per chi ne avrà la forza, si alternino, dormendoci anche, dentro un tendone che vorremmo erigere in Piazza Castello, nel cuore di Torino, davanti al palazzo della Regione Piemonte. Una sorta di presidio permanente cittadino attorno al quale tenere anche dibattiti pubblici, azioni teatrali e altre iniziative di sensibilizzazione.
Quindi appuntamento lunedì sera a Torino alla sede del Sereno Regis?
Sì, l’incontro per discutere dell’iniziativa si terrà lunedì 5 marzo alle 20:30 nella sala Gandhi della sede del Centro studi Sereno Regis di via Garibaldi 13.

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