E’ tutta, In ogni umano stato, ozio la vita, Se quell’oprar, quel procurar che a degno Obbietto non intende, o che all’intento Giunger mai non potria, ben si conviene Ozioso nomar. (Giacomo Leopardi)

venerdì 3 febbraio 2012

Una lettera di Pietro Salizzoni sulle scritte NoTav a Torino

pubblicata da Pietro Salizzoni il giorno mercoledì 1 febbraio 2012 alle ore 10.43

Cari cittadini torinesi indignati per le scritte NOTAV durante la manifestazione di sabato,
io penso che voi abbiate perfettamente ragione.
Scrivendolo mi sento un po’ a disagio, come capita quando si afferma un’ovvietà. Sento pero’ il bisogno di ribadirlo, poiché a quella manifestazione avrei potuto partecipare anche io, non fossi rimasto a casa mia a Lyon. Di certo avrei provato imbarazzo nell’essere additato ad imbrattatore di muri e una notevole frustrazione le vedere le mie e di altre ragioni adombrate dai gesti di pochi esagitati.

Io avrei partecipato alla manifestazione perché sono fermamente contrario alla realizzazione della Torino-Lyon. Lo sono in qualità di cittadino italiano, di ingegnere  e di pendolare su quella tratta. La mia contrarietà non é legata a pulsioni rivoluzionarie anti-sistema, logiche localistiche, antiprogressismo, luddismo modernista  o sindromi nimby... ma all’imporsi di due problemi, quello del debito pubblico e della sua generazione e del consumo di risorse energetiche e ambientali. Sono problemi impellenti che impongono la necessità di politiche responsabili in grado di fronteggiarli, ottimizzando il rapporto tra spese e benefici attesi.

In questa prospettiva la Torino-Lyon, e  gran parte della rete AV/AC italiana, é un esempio lampante di scelte incuranti di questi principi, finalizzate a dopare la crescita creando debito.  É un’opera dall’indimostrata utilità,  volta al consumo di consistenti risorse economiche ed energetiche per indurre  benefici ignoti ai piu’ (tra gli addetti ai lavori). Nell’affermare questo riprendo semplicemente le conclusioni del Conseil des Ponts et Chaussées, un’autorevole istituzione di controllo dell’amministrazione francese dall’indiscussa indipendenza (il documento é in rete, Rapport d’audit sur les grand projets d’infrastructures de tranport  N°2002-0190-01). Essendo chiamata a valutare il progetto, una decina di anni fa, la commissione  ha concluso come segue:

(Pag 60)  “[...]  gli studi socio-economici condotti sono lontani dal dimostrare l’interesse di questo progetto per la collettività. A questo proposito, la commissione constata innanzitutto che gli studi condotti da Alpetunnel (i proponenti, oggi la Lyon Turin Ferroviaire, ndr) si fondano su un metodo opinabile: le ipotesi sull’evoluzione del traffico merci sono particolarmente ottimiste, [....]. In ogni caso, anche in questo quadro metodologico non corretto, gli indicatori di interesse socio-economico sono risultati negativi, a causa delle ingenti risorse finanziarie richieste alla realizzazione del progetto.”

Un analogo parere é stato pubblicato ieri, sulle pagine del sole24, che riprende un ennesimo studio del politecnico di Milano (http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2012-01-31/promossa-solo-milanoroma-064241.shtml?uuid=AaI0IskE).
Entrambe le valutazione dicono, in modo forbito, che questa é un’opera inutile, e che é motivata da domande di traffico truccate (il bon-ton dei documenti ufficiali impone la formula “troppo ottimistiche”). Sono trucchi che hanno un’unica giustificazione: trovare un pretesto per costruire, dirottando sulle imprese di pochi (banche e galassia dei costruttori, ma non solo) le risorse della collettività.

Questo avviene perché fare debito (di tutti) realizzando opere pubbliche inutili, e per le quali non si avrà oneri gestionali, é il modo più semplice ed efficace per fare soldi. Sono imprese per le quali non c’é concorrenza internazionale, senza limiti di tempo impellenti per terminare i lavori, e che non necessitano di alcun investimento  in ricerca e sviluppo, poiché  si basano fondamentalmente su tre attività: movimentare terra, fare cemento e dedicarsi a intense campagne di lobbying.

Per avere un riscontro di tutto cio’ basta guardare a quanto già  successo per la AV/AC Torino-Milano, senza aspettare che si riproduca tra Torino e Lyon. Doveva costare 1,2 Miliardi (secondo standard europei) e ne é costata 8: ne mancano all’appello quasi 7, spesi non si sa come, che ne fanno la linea senza gallerie più cara al mondo (a chilometro). Detiene anche un altro record, in quanto linea AV/AC  più sottoutilizzata al mondo: 18 treni al giorno su una linea concepita per 300 (si veda l’articolo del sole24ore), e soprattutto nessun treno merci. In sintesi: costosa e inutile.

Per questi motivi avrei manifestato, pensando che siano ragioni condivisibili dai più, se su questi argomenti fosse fatta un’informazione completa e corretta.  E penso che in futuro sarebbe davvero un peccato abbandonare queste ragioni  al dominio dei soli imbrattatori di muri, lasciando degenerare un dibattito e trovarsi di fronte a dilemmi analoghi a quello cantato anni addietro da De Gregori:

“Tu da che parte stai? Stai dalla parte di chi ruba nei supermercati? O di chi li ha costruiti.... rubando?”

Pietro Salizzoni
Maître de Conferences
Ecole Centrale de Lyon