Ai filosofi e agli intellettuali il tema e il concetto della libertà sono molto cari.
L' "uomo comune" - posto che esista aldilà dell'astrazione necessaria a un discorso un po' retrivo come questo - non si cura tanto del concetto quanto della sua pratica.
I filosofi come li conosciamo (esclusi quindi gli antichi, Aristotele incluso) tendono a opporre la libertà interiore, spirituale ed etica, a quella esteriore, fisica, sociale e politica (un tema inizialmente sviluppato dalle filosofie ellenistiche, magistralmente stilizzato da Hegel).
Ma l'opposizione di fisico e spirituale si decostruisce da sé.
La nostra stessa quotidianità è un'alternanza di sottomissione pratica ai nostri doveri pratici, desideri e "piani di comportamento" e di ribellione o frustrazione degli stessi.
La libertà è un impasto empirico-trascendentale, impura come l'essere che solo possiamo conoscere, umani.