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mercoledì 2 marzo 2011

Depressione

Mi sta tornando. E' una cosa fisica. Mi sveglio stanco al mattino. Ho la pressione bassa. Forse ho il ferro basso. Devo prendere il potassio, devo prendere il magnesio.
Forse ho l'allergia, devo prendere il ribes nigrum.
Forse sono depresso perché è andata male l'esperienza politica, abbiamo litigato e ci siamo divisi.
Forse sono depresso perché nella mia vita manca qualcosa.
Forse sono depresso perché sento che il dottorato è una via di fuga, il mio posto è a scuola.
Forse sono depresso perché so che non scriverò mai un libro.
Forse sono depresso perché tutti i miei amici scrivono un sacco di cose belle e sanno tutto quello che vogliono sapere, mentre io non riesco mai a sapere quello che vorrei sapere per davvero.
Hanno tutti le risposte pronte: io per un po' trovo delle risposte, poi me le dimentico.
Mi sveglio un mattino e mi domando: che cosa stavo pensando ieri?
Già, che cosa stavo pensando ieri? Pensavo? O credevo di pensare? Dipende tutto da che cosa significa pensare.
Già, che cosa significa pensare?

Ma forse sono solo depresso perché non danzo. E' bello danzare, in definitiva si riduce ad ascoltare musica così così e muoversi in maniera ritmica un po' buffa, ma libera energie positive.
Quando danzavo ero contento, ma ora non danzo più.
Certo, ora ho un figlio, non posso mica danzare a mio piacimento. Ora sono vecchio.

Forse sono depresso perchè non guardo più tanti film. A me piaceva guardare tanti film d'autore o anche di cassetta. Da ragazzo non capivo il cinema, capivo solo la musica contemporanea. Poi ho letto i libri di Deleuze sul cinema e ho inziato a capire e ad adorare.
Bastava cambiare il punto di vista e considerare che il cinema è l'effetto di una forma di pensiero.
Pensando al cinema mi sento già meno depresso.
Certo, oltre a guardare vorrei leggere libri sul cinema ma non ne ho il tempo.
Questo mi deprime un po', ma c'è di peggio

Poi un mattino ti svegli e stai già meglio.
Forse non eri depresso ma debilitato dall'antibiotico. Forse eri solo stanco, Forse avevi un principio di influenza. Forse eri scontento delle ultime cose che avevi scritto. Forse non avevi voglia di scrivere le cose che ti sei impegnato a scrivere. Forse non sapevi più perché dovevi scrivere tutte quelle cose.
Le cose che si scrivono sono dei testi. Spesso confondi testi e cose, scrittura e azioni, vita e pensiero, attuale e virtuale.
Ma non è colpa mia: sono loro che si scambiano continuamente, nella mia testa e non soltanto.

(5 luglio 2013)
forse sono depresso perché non leggo ciò che vorrei leggere
forse sono depresso perché non voglio leggere ciò che leggo
forse sono depresso perché non leggo
forse sono depresso perché non voglio
forse non sono nemmeno depresso