«
Ho appreso dai giornali che Ella ha respinto la sfida a duello
inviataLe dal padre della signora Toussan, in seguito agli incidenti a
Lei noti.
La motivazione del rifiuto di battersi da Lei adottata,
cioè quella dei princìpi cristiani, ammetterà che è speciosa e
infondata.
Il sentimento cristiano, prima di essere da Lei invocato
per sottrarsi a un dovere che è patrimonio comune di tutti i
gentiluomini, avrebbe dovuto impedire a Lei e ai Suoi Amici di fare
apprezzamenti sulla persona di una Signora rispettabilissima.
Abusi
del genere comportano l'obbligo di assumerne le conseguenze,
specialmente per uomini responsabili, i quali hanno la discutibile
prerogativa di essere segnalati all'attenzione pubblica, per ogni loro
atto.
Non si pretende da Lei , dopo il rifiuto di battersi, una
maggiore sensibilità, ma si ha il diritto di esigere che in incidenti
del genere, le persone alle quali il sentimento della responsabilità
morale e cavalleresca è ignoto, abbiano almeno il pudore di sottrarsi al
giudizio degli uomini, ai quali questi sentimenti e il coraggio civile
dicono ancora qualcosa.
principe Antonio Focas Flavio Comneno De Curtis »
(Avanti!, 23 novembre 1950)