In un capitolo di "Life examined" che mi aveva colpito per la sua evidente falsità pur nell'argomentazione brillante, Robert Nozick sostiene che dopo la Shoah la specie umana non abbia più un valore intrinseco: potrebbe estinguersi senza che il valore complessivo dell'universo ne venisse sminuito.
Io penso invece che nei pochi decenni che ci separano dall'apocalisse il “general intellect” raggiungerà vette tali da costituire oggettivamente un valore in sé, una forma di sublime insieme dinamico-matematico mai realizzata prima nell'universo, e di tale potenza da rischiare di poter influenzare l'universo stesso.
Ma questo giungerà troppo tardi, e la nostra estinzione, a differenza di quello che fingeva di pensare Nozick, costituirà una vera e propria tragedia universale.