Visualizzazioni totali

martedì 15 febbraio 2011

San Valentino e la crisi dell’amore (Vogue20)


[Pubblicato su Vogue.it]

In un libro recentemente tradotto in italiano, Elogio dell’amore (Neri Pozza), il filosofo francese Alain Badiou sostiene che l’amore è il mondo del Due, ossia una forma di esistenza non più isolata e immersa nel narcisismo dell’ego. Ma sembrano essere sempre meno coloro che hanno ancora voglia di sdoppiare il loro mondo, per non dire moltiplicarlo e aprirlo alla relazione con gli altri.
Che senso ha la festa degli innamorati, oggi? L’invenzione della festa di San Valentino viene fatta risalire alla cerchia del poeta inglese Geoffrey Chaucer (1343-1400) e si sovrappone ai precedenti lupercalia romani, celebranti la fertilità. La produzione industriale delle cartoline amorose (“valentine”) risale al XIX secolo, ovviamente negli USA, ma la tradizione proviene dal Regno Unito e risale più indietro nel passato.
In Italia la festa di San Valentino, come Halloween, è forse diventata popolare anche grazie alle strisce dei Peanuts: più di un bambino timido della mia generazione si sarà identificato con il povero Charlie Brown, in ansia per una valentina che non giunge mai.
Il senso dell’amore sta più nel desiderio che nel possesso, come molti filosofi hanno ben visto (di solito condannando il desiderio amoroso).
Ma in una società in cui giovani ragazze possono prostituirsi a vecchi uomini di potere, adducendo una “relazione affettiva” come giustificazione buona solo per gli spiriti dormienti, la festa degli innamorati rischia di apparire come una festa fuori tempo e surreale.
Il problema è generale: la festa nella società contemporanea ha perso sia l’aura sacra che il senso laico. Le nostre festività sono posticce e intrise di irredimibile consumismo (mentre scrivo mi accorgo che il WWF mi ha inviato via mail una campagna a proprio sostegno per San Valentino, con immagini di animali apparentemente intenti in effusioni amorose: senza capire bene perché, provo una leggera vergogna…).
Se il fulcro di ogni festa contemporanea viene eroso e svuotato di senso, in una società che venera il sesso - eventualmente prezzolato - l’amore non è un valore capace di arginare la mercificazione nichilista. Sembra che Nietzsche avesse ragione: nel suo tramontare, la società occidentale non conserva intatto alcun valore e non sa (per ora?) crearne di nuovi e autentici.