E’ tutta, In ogni umano stato, ozio la vita, Se quell’oprar, quel procurar che a degno Obbietto non intende, o che all’intento Giunger mai non potria, ben si conviene Ozioso nomar. (Giacomo Leopardi)

sabato 15 marzo 2025

Come uscire dall'eurocentrismo culturale

La questione sollevata in questi giorni, "solo l'Occidente conosce la storia", somiglia a quella che si discuteva anni fa: la filosofia è solo occidentale? I filosofi di sinistra hanno speso tante belle parole decostruttive per dimostrare che la pretesa eurocentrica è violenta, ma si sono ben guardati dal fare l'unica cosa che a mio parere avrebbe un vero valore dimostrativo, ossia studiare le filosofie non occidentali.
O meglio, qualcuno l'ha fatto, ma non si sono veramente creati dei percorsi trasversali come credo sarebbe stato possibile, oltre che auspicabile.
Uno dei pochi esempi che mi vengono in mente, a parte i due sinologi francesi, François Jullien e François Cheng (che comunque rimangono fortemente legati all'orizzonte della filosofia continentale e della cultura umanistica), è quello di Graham Priest.
Priest, da filosofo e logico, indaga da parecchi anni le logiche non occidentali, come l'antica logica buddhista, in un confronto illuminante con le, "occidentalissime", logiche non classiche. In questo modo Priest tocca e mostra l'universale della cultura umana planetaria, molto più che con affermazioni di principio ma prive di contenuto empirico, quali possono essere considerate quelle della filosofia decostruttiva anti-eurocentrica.
Un po' come Marx (a cui Priest ha dedicato parecchi testi, anche proprio in connessione con il buddhismo) che è fuoriuscito dalla filosofia, rinnovandola, praticando l'economia anziché semplicemente affermare la necessità di abbandonare l'idealismo filosofico.
Priest mostra concretamente l'universale del pensiero umano anziché limitarsi a celebrare programmaticamente le particolarità culturali, singolari, com'è nelle corde della filosofia postmoderna, derivata non tanto da Derrida quanto da Foucault.
In fondo le stesse affermazioni di Galli della Loggia & co. sulla storia come appannaggio dell'Occidente sono frutto del culturalismo, in questo caso di destra.