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giovedì 28 aprile 2011

La vicinanza del padre.

Da quando è nato mio figlio, amici e famigliari mi giudicano male perché gli sono fisicamente molto attaccato. Secondo me, invece, sono loro che hanno problemi con la fisicità e l'infanzia. Io non concepisco il senso della distanza fisica, specie verso uno che ti chiede assoluta vicinanza.
E' vero che la mia vita è cambiata, da quando è nato mio figlio, ma ritengo in meglio. Molte delle cose che facevo prima non le faccio più, questo è vero, tuttavia ho in cambio un ritorno di felicità fisica quando abbraccio quel bambino, che nessun aperitivo mancato mi farà mai rimpiangere.
Ok, ammetto che talvolta le mie giornate prendono senso unicamente perché passo molte ore con lui e giochiamo insieme, scherziamo, ridiamo, guardiamo la Piccola Talpa, disegniamo, suoniamo il pianoforte o cantiamo. E' vero, prima avevo una vita sociale piuttosto intensa, mentre ora non più. Tuttavia non mi sembra di mancare di qualcosa. Anzi.
L'estate scorsa le zie di mia moglie mi hanno accusato di non permettere a nessuno di prendere in braccio Agostino. Che esagerazione! Certo, quando qualcuno prendeva in braccio Agostino io dopo poco gli dicevo che poteva lasciarmelo, ma lo dicevo solo per non infastidire nessuno.

[continua]

1 commento:

Pensatoio ha detto...

Io ho avuto un sentimento analogo verso mio nipote che oggi ha 22 anni.
Lo chiamavo pagnuttiello oppure il Grande Compagno.
Me ne sono visto bene (a Napoli vuol dire "Me lo sono goduto")

ciao Edo