L'accaduto è semplice: una
manifestazione di rabbia razzista contro un presunto stupro di una
sedicenne ad opera di due rom. La conseguenza è elementare. Una
manifestazione razzista nel quartiere di Torino in cui lo stupro NON
è avvenuto, gente rabbiosa e pronta a “fare giustizia”, un
mancato pogrom, l'incendio delle squallide baracche generosamente
concesse a una cinquantina di rom (20 bambini) dalla prosperosa e
civile città di Torino, la cui demente borghesia è tutta tronfia
per il l'abbellimento del centro città.
C'è poi una segretaria provinciale del PD, che è anche presidente di circoscrizione e partecipa alla manifestazione, chissà perché: la manifestazione organizzata con l'apporto degli ultras della Juventus si riunisce sulla base di manifesti che non lasciano spazio a interpretazioni: “ripuliamo la Continassa”.
C'è poi una segretaria provinciale del PD, che è anche presidente di circoscrizione e partecipa alla manifestazione, chissà perché: la manifestazione organizzata con l'apporto degli ultras della Juventus si riunisce sulla base di manifesti che non lasciano spazio a interpretazioni: “ripuliamo la Continassa”.
Il quartiere deve essere ripulito dai
rom, la vera sporcizia. Quando il pogrom ha inizio i carabinieri
hanno già allontanato le vittime prescelte: la segretaria del PD
sostiene poi di avere chiesto i rinforzi, come se ce ne fosse
bisogno, come se fosse lei a doverli chiedere. MA lei doveva essere
lì, bisognava monitorare, chissà cosa sarebbe successo senza di
lei. La sua frase a cose fatte ne fotografa l'insipienza politica e personale: “Temevo il peggio, mai visto nulla del genere”.
Questa gente non chiede mai scusa, e
non parlo dei razzisti selvaggi che volevano forse vedere il sangue:
parlo dei politici del PD, governativi per definizione. Se c'è una
manifestazione di persone esasperate ma che non puzzi di sinistra
loro ci vanno: mantenere il contatto con la gente per loro vuol dire
non perdere ulteriori consensi a favore della Lega (quando sarebbe
forse bastato studiare il federalismo e non lasciarlo ai bifolchi).
Chiamano fascisti i NoTav, elargiscono appalti ai cari imprenditori,
ma ai rom dedicano poche risorse, infastiditi dalla loro
insignificanza. Occuparsi politicamente dei rom è un sacrificio, la
borghesia non sa che farsene, puzzano, mendicano e rubano.
Questa gente sguazza nell'Orrore: non
i rom e i sinti, persone che difendono anarchicamente la loro
umanità, quasi stritolata dall'alienazione della civiltà
occidentale, bensì questi politici di un partito che finge ancora di
essere stato di sinistra. Trattano con l'Orrore, vogliono
addomesticarlo senza rendersi conto (o fottendosene o piagnucolando)
che l'Orrore li ha trasformati in persone orride.
Idioti, servi del potere, miserabili
burattini sdraiati sul loro fragile consenso.
È un potere che inizia a tramontare,
il loro, e per il quale nessuna comprensione, nessuna pietà ci è
rimasta.
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