E’ tutta, In ogni umano stato, ozio la vita, Se quell’oprar, quel procurar che a degno Obbietto non intende, o che all’intento Giunger mai non potria, ben si conviene Ozioso nomar. (Giacomo Leopardi)

martedì 10 gennaio 2012

Comédie zodiacale 4. Ariete (2006)


E' verissimo quanto dice Dane Rudhyar sull’auto-costruttività un po’ “delirante” dell’Ariete:

La personalità è infatti la sola cosa che desidera ‘possedere’ e di cui non è mai sicuro, dato che non può mai essere ‘finita’. [p.27]

Le persone nate sotto il segno dell’Ariete sono molto seduttive, mi spingo a dire che l’Ariete vive per sedurre, simile in questo un po’ allo Scorpione, ma con minore riservatezza e forse maggiore fragilità.
Per questa continua autorealizzazione autocreativa, l’Ariete, riguardo al suo rapporto con la verità, lascia alquanto a desiderare. Non voglio affatto stigmatizzare le persone dell’Ariete però bisogna affermare con nettezza che esse non sanno cosa sia la verità. Gli Arieti sono spontaneamente postmoderni, relativisti privi di una solida fede nella verità oggettiva e comunicabile. Il pensiero debole, una corrente filosofica italiana degli anni ‘80, affermava (già qui il paradosso) l’impossibilità di stabilire un metodo intersoggettivo di accertamento della verità. Finiva così per sostenere che nulla esiste oltre al testo e (tesi nietzscheana) che non ci sono fatti ma solo interpretazioni. Tutte cose confutabili e da confutarsi se non si vuol favorire la crescente relativistica poltiglia di cervelli dementi che si chiama Occidente.
D’altra parte è vero che l’attitudine relativistica nei confronti della verità ha dominato per qualche decennio le università europee, ma ora si sta fortunatamente estinguendo sotto i colpi delle scienze cognitive. Ma l’Ariete questi discorsi non vuol nemmeno sentirli, e preferisce immaginarsi creativo, artefice, poeta. Come dice Rudhyar :

è assorbito dall’atto di creare, non dalle sue creazioni, ed è per questo che ha bisogno di sentire dietro di sé, spinto alla creazione, sempre più Forza, sempre più Amore. (p.27)

Se vale l’associazione del relativismo d’artista con l’Ariete, allora possiamo dire che il Postmoderno stava interamente sotto il segno dell’Ariete (le verità bisogna crearle, diceva Deleuze). Il tramonto di questo orizzonte speculativo tanto inconcludente significherà l’affermarsi di un nuovo stile di pensiero, più sensato, universale, costruttivo. Uno stile di pensiero probabilmente più sotto l’influsso del segno dello Scorpione, contemperato dal Toro che ha già avuto il suo periodo d’oro con l’Empirismo logico (Russell, Carnap, Wittgenstein).

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