E’ tutta, In ogni umano stato, ozio la vita, Se quell’oprar, quel procurar che a degno Obbietto non intende, o che all’intento Giunger mai non potria, ben si conviene Ozioso nomar. (Giacomo Leopardi)

lunedì 8 ottobre 2012

LETTERA APERTA AI MILITANTI DI ALBA, Soggetto Politico tutt'altro che Nuovo

Cari definitivamente ex compagni di ALBA,
oggi senza alcun motivo serio mi avete bannato dal vostro gruppo Facebook di Torino (un gruppo per altro creato da me e popolato di numerosi miei amici e conoscenti ma poi ceduto a voi per dissensi sulla linea comunicativa: voi volevate censurare ogni messaggio fastidioso, io volevo la massima trasparenza).
Questo, naturalmente, è solo l'epilogo della nostra storia comune, all'inizio della quale io ero uno dei due coordinatori torinesi, e alla fine della quale mi ritrovo ad essere stato da voi dimissionato perché iscrittomi nel frattempo al Partito Pirata (nel quale mi trovo benissimo) e  quindi a vostro parere inaffidabile e forse sospetto di tradimento.
Oggi avete anche cancellato diversi post nei quali Rinaldo Locati, l'altro iniziale coordinatore torinese, dopo mesi di vostra frequentazione esprimeva veementemente le sue critiche...
Trovo che per un progetto politico nato all'insegna della democrazia spinta, adottate dei metoducci ben meschini e ridicoli.
Se pensate di poter controllare la comunicazione in Rete siete ridicoli e patetici. (Per esempio quando mi bannate, se sapeste l'ABC dovreste ricordarvi che io di account FB ne ho almeno 2... Ops: e se avessi anche dei fake per spiarvi e farvi gli scherzi? Brrrrrrrr, che paura!).
Ora BANNATEMI SUBITO PER LA SECONDA VOLTA, esercitate questo piccolo potere che vi sentite di avere in virtù dell'investitura che ALBA, il grande Soggetto Politico Nuovo vi ha dato.
FORZA! Bannate! Non potete fare molto altro, ma questo almeno fatelo, CANCELLATE, RIPULITE, ORDINATE, e poi quando fate i vostri congressi sorridete alle masse come quei rivoluzionari perbene che volete essere. Qualcuno tra voi si è persino permesso di invocare la biopolitica dei farmaci per censurare l'opinione di un compagno: un'idea fascista che però sulla vostra bella bacheca non viene censurata. Evidentemente secondo voi la piccola violenza repressiva delle parole da duri va benissimo, se serve per mantenere il vostro ordine: il desiderio di pulizia e innocenza a quanto pare non nuoce troppo alla vostra bella immagine di un'ALBA dorata (ah no, scusate, quello è il nome del partito nazista greco, che strana coincidenza di nomi).
Ma quale immagine pensate di avere costruito? Chi vi segue, oltre ai lettori del Manifesto e a qualche sperduto elettore di una Sinistra ormai morta e sepolta e, all'inizio, qualche babbeo come me? E soprattutto, che siate popolari o meno, COME VI PERMETTETE di censurare il parere di chi vi ha seguito fin dall'inizio, come Rinaldo e il sottoscritto, per poi rimanere profondamente delusi dalla vostra inconcludenza, falsità e opportunismo?
COME VI PERMETTETE? Chi credete di essere, chi credete di rappresentare oltre ai vostri professori universitari le cui parole vi bevete come fossero oro colato? Se foste intelligenti democratici vi mettereste a lavorare per ottenere il consenso dei cittadini e non perdereste tempo a far congressi sui congressi per poi guardare ansiosi e cupidi la televisione ("qualcuno può guardare se nel TGR regionale hanno parlato del convegno?").
Certo, da postmoderni intuitivi e rozzi sapete bene che se nessuno vede l'albero che cade nel fitto della foresta è come se l'albero non fosse caduto per davvero: volete apparire perché temete di non essere, di non essere altro che un gruppuscolo che ha creduto bastasse il Manifesto per fare politica.
(Detto per inciso, siccome siete mediamente abbastanza vecchi ricorderete bene che nel 1972 il Manifesto si presentò alle politiche ottenendo un meritato 0,67% dei voti: io penso che anche impegnandovi non riuscirete a fare molto meglio :-).
Se faceste un buon lavoro politico non avreste tempo da perdere per tenere in ordine il vostro giardinetto su Facebook (un social network di cui per altro non capite nulla, come della Rete in generale: inutile ricordarvi che qualche tempo fa Diego Di Caro e io abbiamo provato a convincervi dell'utilità di avvicinarvi alla democrazia digitale: è stato come voler cavare sangue da una rapa, come voler far volare un asino, ci avete risposto con un assordante e strafottente silenzio, forse perché non avete proprio idea di che cosa sia la politica oggi).

Ora, io ho altro a cui pensare, ma sappiate che da oggi non perderò occasione per dire chi siete veramente: una sinistra vecchia e stanca con qualche ambizioso rinforzo semigiovanile e con un'ingiustificata smania di conquistare spazio nella politica rappresentativa, che per altro vi meriterebbe completamente (peccato per voi che non vi siate dati da fare prima per entrare nel gioco delle poltrone parlamentari).
Soprattutto, non perderò occasione per dire come trattate le persone benintenzionate che con il vostro più gran disappunto non si limitino a eseguire i comandi del vostro Gruppo Dirigente. Già perché voi non siete una struttura democratica, avete un Gruppo Dirigente che vi comanda dall'alto quali iniziative prendere, il dibattito interno non sapete che cosa sia, e sui contenuti politici della vostra proposta siete in alto mare e aspettate tranquilli che ve la confezionino i vostri professori.

Di una cosa sono più contento che di ogni altra: di vedere che alla fine della mia relazione con voi coloro con cui mi sono maggiormente scontrato all'inizio sono gli stessi con cui mi trovo più d'accordo adesso: i compagni Rinaldo Locati, Jasmina Radivojevic e Lino Sturiale. Questo rivolgimento potrebbe insegnare che il confronto e persino lo scontro dialettico, può portare ad insperate sintesi, che il vostro unanimismo perbenista non avrebbe nemmeno permesso di concepire. Ma dubito fortemente che qualcuno di voi possa cogliere l'ironia preziosa di questo insegnamento.

Buona fortuna a tutti, e che la vostra ALBA non vi sia grave.
In ogni caso non credo che siate preparati alla durezza del meriggio.


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