Civati ha spiegato che Rodotà non era eleggibile: lo ha spiegato come se si trattasse di una legge fisica, stupidi coloro che pensano di potervisi opporre. "Rodotà non ha i voti, in quell’aula. Se il Pd non ha votato Prodi, è un
po’ difficile immaginare che voti Rodotà. Perché c’è una parte del Pd
che non guarda al M5S ma a destra."
I numeri dunque non c'erano perché una parte del PD non avrebbe MAI votato per Rodotà. E' una questione di fatto, non ci si poteva fare nulla così come non si può cambiare il corso del sole: una parte del PD guarda a destra, non a sinistra. E Rodotà è di sinistra (Napolitano e Prodi, evidentemente no).
Se prendiamo per buona questa spiegazione, rinunciamo a domandare PERCHÉ MAI sia legittimo che una parte del PD non fosse disposta a votare Rodotà, per altro non dissimile dalla parte che non è stata disposta a votare neanche Prodi (quindi destra/sinistra non spiega tutto, perché se bisognava intercettare i voti della parte del PD che guarda a destra, e se Prodi è di destra, li si sarebbe dovuti intercettare, mentre cioò non è successo).
Partendo dalle premesse di Civati, comunque, mi pare che l'unica cosa razionale da fare fosse questa: siccome Grillo aveva detto che avrebbe votato Prodi (risultato al penultimo posto nelle quirinarie del M5s) solo se Rodotà avesse rinunciato, BISOGNAVA CERCARE DI CONVINCERE RODOTÀ A RINUNCIARE PRIMA DEL QUARTO SCRUTINIO, e convergere su Prodi insieme al M5s.
Rodotà li avrebbe mandati affanculo, ma a quel punto avrebbero potuto dare tutta la colpa a lui. E' un'astuzia di cui non mi sarei privato, se avessi avuto la mala ventura di essere un geniale stratega di questo bel PD.
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