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mercoledì 21 maggio 2014

La piega heideggeriana

Dice che ci sono due Heidegger. Vero: il primo H è il possente filosofo, il secondo è l'ominicchio che si crede grande aderendo al nazismo.
Tra SuZ e il "secondo H" c'è continuità perfetta: il nazismo è inscritto nella temporalità autentica del Dasein, che non ammette nessun divenire-rivoluzionario.
La svolta non è temporale: è una piega meta-fisica, la separazione o il chiasma tra il visibile e l'invisibile, il punto in cui si toccano la grande narrazione dell'oblio dell'(Essere) e la piccola narrazione del rettore nazista e antisemita, sposato con una donna cretina e ignorante.

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