Excusatio non petita
Mi rendo perfettamente conto che raccontare le mie vicissitudini editoriali non è quanto di più appassionante io possa fare, ma prometto che racconterò ben altro.
Vorrei poter esibire storie di sesso estremo con ragazze parigine perverse, ma questo purtroppo sarebbe totalmente fantasioso. Potrei forse anche descrivervi meglio Parigi, non c’è dubbio, ma io non ho un gran rapporto con la vista, nonostante Aristotele dica, all’inizio della sua Metafisica, che la vista è il senso più importante per la conoscenza.
In quanto miope ho sofferto molto per la mia limitazione sensoriale conoscitiva.
In quanto miope ho sofferto molto per la mia limitazione sensoriale conoscitiva.
Parigi è troppo immensa per essere descrivibile, e quelli che pubblicano libri su Parigi, a mio modesto avviso, non ne propongono null’altro che una loro immagine mentale. In ogni caso la volta che ho visto meglio Parigi, come in una deriva psicogeografica situazionista, è stato quando ho attraversato a piedi la città a partire da Denfert-Rocherau fino a République, 54, rue de Lancry.
Ma ero in compagnia di una bella dottoranda greca più grande di me, di nome Ariasni: lei voleva fare questa passeggiata e io l’avrei seguita a piedi anche fino a Nasso.
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