Ad Antibes un amico pittore mi invita a una serata di nudo. L'organizzatore è un artista cinese.
L'amico mi dice che non potrei partecipare perché non disegno, ma in quanto filosofo si può fare un'eccezione. Del resto è lui che mi ha invitato e l'idea mi incuriosisce.
Il tipo inizia con una posizione difficilissima tipo giocatore di rugby maori accucciato prima di cominciare. Resiste circa 2 minuti poi cambia posizione.
Tra i disegnatori ci sono due donne, più la barista. La barista è abbastanza bella, all'inizio avevo pensato che fosse lei la modella, dato che siamo arrivati per primi abbiamo parlato un po' con lei e io mi domandavo come potesse non sentirsi imbarazzata a spogliarsi dopo averci serviti.
In Francia non so mai come vanno le cose.
Il cinese si avvicina al modello e indica alcuni punti della sua mano parlando a una sua allieva: il bianco tra le nocche, mi pare che dica, perché parla in francese, non in cinese ma comunque non sono sicurissimo di quello che dice, è evidente: sull'altra mano invece no.
Mi ritrovo in mezzo a persone che evidentemente vedono il mondo molto meglio di me.
Ci sono cinque donne, esclusa la barista: due anziane e tre ragazze. Il modello è proprio brutto. Se fosse stato un bell'uomo, le donne guardandolo avrebbero provato qualcosa di simile a quello che avrei provato io se avessi avuto davanti a me una bella modella nuda? Ne dubito. Le donne sono diverse, si sa, non che non gli piaccia la bellezza maschile, ovviamente, ma deve piacer loro in modo diverso.
Adesso il modello si è girato di culo si appoggia al muro e tiene la mano sinistra sul fianco destro. Molto plastico, nel complesso, questo signor modello, mi rendo conto che è quello il lavoro che devi fare se fai il modello.
Adesso anche la barista si è messa a disegnare il modello.
Il mio amico va di acquerello, dopo aver disegnato la figura intinge il pennello piatto nell'acqua e nel colore e poi applica il colore al disegno.
E' arrivata una settima donna, giovane. Gli uomini sono 6. Chissà se ci sarebbero state meno donne se la modella fosse stata una donna?
La barista è vestita di verde.
Il cinese dirige la sessione decretando la fine del tempo utile per disegnare.
Una musica lagnosa falsamente etnica accompagna la sessione. Si ode un piano, un violoncello un contrabbasso e una voce senza parole che intona un canto abbastanza schifoso.
Ehi, siamo ad Antibes, ragazzi, forza, fatemi vedere qualcosa di più.
Si sente il ticchettio dei tasti del mio computer. Alla fine in un certo senso partecipo anch'io alla sessione, scrivendo all'impronta. Improvviso. Come chi disegna. Disegnare dal vero vuol dire improvvisare. Puoi correggere entro margini ristrettissimi. Così anch'io non correggerò molto questo testo.
Il mio amico si è scusato alcune volte ridendo: la modella dell'altra volta era una fica spaziale, sono stato proprio sfortunato, mi dice, ridendo.
Comunque il brutto modello ha un bel culo. Bello forse non è la parola giusta, diciamo che penso che il mio culo sia meno tondo del suo. Per il resto, ha meno capelli di me. Cioè li porta lunghi sui lati ma in mezzo è calvissimo, ha una striscia di capelli in meno. Evoca per assenza l'idea del parrucchino. Dovrebbe mettersi un parrucchino. Anzi forse di giorno si mette il parrucchino. Sarà gay? Se fossi una donna non lo troverei per nulla attraente. Anche se con le donne non si sa mai. Sto modello avrà circa cinquant'anni.
Alla nuova posizione il cinese assegna sette minuti. La musica di sottofondo continua noiosa, violoncello lamentoso, vaghe reminiscenze di musica ebraica.
La sala è addobbata come per un natale al neon: ci sono alberelli bianchi artificiali ai cui rami sono appese delle lucine bianche. Poi stelline di natale che si muovono a intermittenza. I lampadari pendono dal soffitto come grossi batuffoli di piume finte, bianche. Ci sono anche tre pale ventilatrici, immobili.
La lagna musicale continua, adesso arabeggia un po'. Ad Antibes diciamo che per gusto musicale non mi pare provino vergogna.
Le tette della barista non sono niente male, ma lei è vestita.
Il cinese è anzianotto, i suoi capelli però sono bruni bruni.
Adesso la musica è un brano che conosco, storpiato in modo new age, devo solo identificarlo. Lago dei cigni. Terrific.
Il mio amico mi dice che il corpo maschile è bruttissimo da disegnare. In particolare questo, dico io. Si domanda come facciano le donne presenti a disegnare il pene di questo tizio. Io penso: oh, ma non siete artisti? Dovete pur confrontarvi col bello e col brutto, no?
La musica adesso è una storpiatura rock dell'Adagio di Albinoni.
Il modello tende un arco immaginario e guarda per aria. Da bambino doveva essere bravissimo a giocare a un due tre stella.
Adesso mi sta venendo sonno. Se ci fosse stata una bella donna nuda forse non mi sarebbe venuto sonno. Sto sbadigliando, non va bene, non dovrei far notare che mi annoio così tanto. Forse potrei mettermi a scrivere il mio paper su musica ed emozioni. Non ho molta voglia, dovevo venire a divertirmi, cacchio, ad Antibes. Sono sfigato o è un segno di un più vasto destino di obiettivi mancati?
Su una mensola ci sono libretti di cucina: I love muffins, Cheescake, Crumbles ecc.
Potrei provare a disegnare anch'io.
Mi metto a correggere un paragrafo del mio romanzo, poi mi viene in mente un paragrafo che non ho ancora scritto e lo scrivo. Quando guardo di nuovo la sala sembra tutto uguale, tranne il fatto che la musica è leggermente migliorata. La melodia storipiata adesso mi ricorda qualcosa che potrebbe essere una danza ungherese di Brahms, ma con percussioni africane e flauti turchi.
Ora il tipo sta piegato sulle ginocchia, deve fare parecchio yoga o pilates o non potrebbe permettersi simili prodezze. Mi domando che succederebbe se gli scappasse una flatulenza.
Tutti i disegnatori maschi, tranne l'organizzatore cinese, sembrano sconfortati di non avere una bella fica davanti a loro.
Aria sulla quarta corda, non poteva mancare.
Questa è la penultima posizione del racchione. Sono contento, anche se non è che mi sentissi a disagio. Ho scritto per tutto il tempo questo resoconto e il mio romanzo. Il mio amico ha detto che in una situazione come questa si smette di pensare tutti insieme e accade qualcosa di prodigioso. Neuroni specchio, penso io. Effettivamente è l'effetto biblioteca: se gli altri leggono leggi pure tu.
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