Mio nonno Antonio era nato il 7 maggio 1911. Questo nonno per me è stato una vera figura maschile, perché mio padre era poco virile ai miei occhi. Col nonno andavo d’accordo fin da piccolo quando lo soprannominai il nonno burlone perché mi faceva sempre gli scherzi.
Il nonno Antonio faceva parte di una famiglia numerosa di Leverano, in provincia di Lecce : a 17 anni aveva superato la selezione per diventare carabiniere e l’avevano mandato in Sardegna per tre anni, poi in Piemonte dove aveva conosciuto mia nonna di Cavagnolo. Aveva fatto la guerra d’Africa e poi era stato rimandato lì durante la Seconda Guerra. Era tornato in Italia per sposarsi e nella navigazione verso l’Africa la sua nave era stata affondata e lui era rimasto 11 ore in acqua, a gennaio, vedendo morire un sacco di uomini. Questo racconto me l’aveva fatto fin da piccolo. Ma una cosa gli aveva fatto più paura del naufragio, ed era stato il terremoto del Friuli, siccome allora abitavano a Udine e in quel momento che tremava la terra mio nonno ha preso in braccio la mia cuginetta neonata, sono usciti di corsa dal palazzo e siccome la porta elettrica dell’ingresso non si apriva lui l’ha sradicata ed è riuscito ad aprirla. Diceva che non sapeva dove aveva trovato la forza per aprire quella maledetta porta.
Del Toro mio nonno aveva tipicamente il senso di moralità, diciamo l’alleanza col Super-io per cui si sentiva il depositario della morale. Che avesse fatto il carabiniere lo aveva senz’altro aiutato a diventare un moralista, però un po’ ce lo doveva avere già di suo.
Che fosse un durissimo moralista si vede da come ha trattato mia zia Valeriana che è dello Scorpione.
Stavo ripassando la filosofia di Johann Gottlob Fichte (1770-18) e leggevo questa frase sull’Abbagnano : "Io ho una sola passione, un solo bisogno, un solo sentimento pieno di me stesso : agire fuori di me. Più agisco più mi sento felice". Mi son detto : proprio bella, son d’accordo, potrei averla detta io. Mi è venuto il sospetto e ho guardato la data di nascita, quando ho visto il 19 maggio son rimasto secco, come sempre quando indovino il segno di una persona o mi piace una ragazza il cui segno zodiacale mi significa qualcosa.
Fichte è simpatico perché era un proletario, e se le sue doti intellettuali di bambino non fossero state notate dal barone ... avrebbe fatto chissà quale lavoro manuale, invece ha potuto studiare e ha fatto fortuna. Mi simpatico per la sua fortuna e il suo costruirci sopra (fortuna senza impegno sono irritanti mentre l’impegno senza fortuna sono gli ingredienti della tragedia di un romanzo biografico).
Russell ha criticato Fichte nell’Elogio dell’ozio ... ma Russell non ha molto senso storico, come quando inizia il capitolo su Aristotele dicendo che non ha mai capito che cosa significhi “categorie”. La critica si può capire, tra l’altro è la stessa di Hegel, e cioè : la filosofia di Fichte sarebbe ossessiva e insostenibile perché condanna l’uomo a un continuo moto, a una tensione irrisolta verso obiettivi morali mai pienamente raggiunti, quindi dal punto di vista dell’ozio una faticaccia improba e senza premio. La frase di Fichte che ho citato fa capire che per lui il tendere-verso è un premio in se stesso. Si potrebbe dire: tensio ipsa premium est, per parafrasare un detto famoso.
A me Fichte invece piace molto, voglio dire la sua idea di morale come sforzo perenne, e per altro credo che sia l’idea centrale della nonviolenza. Mica si finisce mai di tendere alla nonviolenza! Come diceva Aldo Capitini (23 dicembre): "molto più semplice e più modesto dire : io sono amico della nonviolenza, mi piace, cerco di metterla in pratica, ne parlo con gli altri, ma capisco anche che c’è molto da fare per cambiare se stessi". Oppure Gandhi : ...
Tra l’altro Fichte piaceva anche a Deleuze che con l’idealismo tedesco non aveva certo feeling. E poi è alla base di Giovanni Gentile, che, fascista o non fascista, ha sempre esercitato un certo fascino su di me.
Non so quand’è nato Gentile. Vado a controllare... 30 maggio 1875, Gemelli. Gentile Giovanni.
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