Franco Battiato è uno che ci ha colonizzato il cuore. Ma dove ci ha portato quell'estetica pop, quel suo pathos essoterico? Alle collaborazioni con i Subsonica? Alle sue pontificazioni sull'arte e la civiltà orientale? Che cosa ci ha insegnato, Battiato, col suo gusto (siciliano-orientale) per i fenomeni culturali più elitari e retrivi (Gurdjeff, Guénon & co.) e il suo snobismo verso la politica e le masse? Ci ha forse indicato una via per la saggezza, per la pace interiore, per la chiarezza mentale?
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Aggiornamento 1 novembre 2013, pensando a Halloween di Carpenter: la sua pontificazione che ho odiato di più è sempre stata "ci mancavno gli idioti dell'orrore". Le sue critiche alla società contemporanea in generale sono divertenti, ma questa mi ha sempre punto sul vivo perché penso che i film horror abbiano un senso profondo (su cui non ho mai riflettuto, ma se potessi inizierei a farlo a partire dal libro di Noel Carrol, The philosophy of horror).
PS: anche l'affaire Battiato-Crocetta riposiziona Battiato in una luce favorevole, ai miei occhi. Non pensavo che riuscisse ancora ad essere così spontaneo di fronte al potere. Buono.
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