Se non ascolto una buona musica, il mio cervello si impalla rapidamente e rallento il ritmo.
Ascoltare musica (in realtà senza ascoltarla) mi aiuta a concentrarmi, sembra dare impulso al movimento del mio pensiero.
Potrebbe essere una caratteristica peculiare del mio cervello, ma ovviamente non lo è: e l'osservazione converge con l'interpretazione della musica come arte più metafisica (Schopenhauer).
L'impalpabilità della metafisica altro non è che la vita della menta vissuta dall'interno.
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Quando lo stress psicofisico da scrittura è massimo (con effetto di inspiegabile stanchezza quasi morbosa) non basta più ASCOLTARE. Devo mettermi al pianoforte e leggere qualche pezzo nuovo, che so piacermi all'ascolto.
In questo caso, il n.3 della Musica Ricercata di Ligeti.
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Il pop-rock invece è fortemente distraente. Posto che lo ascolto solo quando mi sento nel giusto mood, ma la presenza del testo, ancorché in inglese, e ancorché io per decenni non mi sia impegnato a comprendere nessun testo, tuttavia interferisce oggettivamente con la scrittura. Forse anche perché sto scrivendo in inglese.
Insomma, non posso ascoltare la colonna sonora di Until the End of the World.
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E poi il minimalismo. L'ossessività del Glass degli anni Settanta, per esempio North Star: un perfetto sottofondo dinamico del pensiero.
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Mozart no! Ti rilassa troppo, ti rende felice, ma tu non devi essere felice: devi PENSARE E SCRIVERE!
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(2 dicembre)
Mi sembra incredibile ma durante i giorni del congedo mi sono SAZIATO di musica, ne ho ascoltata tantissima, in continuazione. Alla fine non ne volevo più. C'è un limite anche alle droghe.
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(19 dicembre)
RUSH FINALE: su Spotify sto ascoltando tutti i dischi di Nico Muhly da circa 6 ore. Lo ascolterò per tutta la notte. L'ho scoperto due giorni fa e la sua musica mi sembra PERFETTA. Perfetta, è senza dubbio perfetta.
Il mio ideale musicale è una specie di postmodernismo non manieristico, profondo, intelligente e fruibile. Nuova musica per le masse
La musica di Muhly è un flusso discreto che punta a una sperimentazione rilevante, alla pura ascoltabilità dell'oggetto musicale.
La sua dimensione strutturante sembra essere quella melodica (violino e archi), nonostante le sovrapposizioni di molti timbri. nulla sembra artefatto, nulla sembra puramente intellettuale-spirituale o puramente meccanico-naturale.
Musica universale hegeliana!
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