E’ tutta, In ogni umano stato, ozio la vita, Se quell’oprar, quel procurar che a degno Obbietto non intende, o che all’intento Giunger mai non potria, ben si conviene Ozioso nomar. (Giacomo Leopardi)

mercoledì 4 dicembre 2024

Intuizione 81

La vecchiaia sopraggiunge certamente quando non hai più intuizioni, nemmeno bevendo molto vino.
Forse ciò dipende dalla mancanza di carboidrati? 
Se così fosse, uno potrebbe definire una sorta di aritmetica del pensiero-mangiante.
Sei ciò che mangi, diceva quello. Solo che lui non poteva minimamente ipotizzare che cosa sei se mangi l’una cosa o l’altra, mentre noi materialisti dietetici di oggi, forse, sì.

martedì 6 agosto 2024

Antiqua, 1 (1998-99)

Data un'anima il tuo puzzle si compone di pezzi immateriali di cui sei composto.

I pezzi hanno una valenza psicanalitica più o meno chiara, alcuni emergono altri stanno nascosti ed esistono ma non li conosci, perciò prima o poi forse ti fregano.

Se fai analisi puoi svelarli, e se sei fortunato (perché non basta fare analisi per stare bene) poi stai meglio.

C'è chi in analisi si è suicidato, tanto per dire dello stare meglio che non è così scontato.

Per fortuna, dico io, non è scontato, se no mi pare che sarebbe comodo che i ricchi vanno in analisi e poi stanno meglio dei poveri anche spiritualmente.


Ricchi, non siete affatto diversi da noi.


mercoledì 31 luglio 2024

Calasso e Agamben (Intuizione 80)

Non credo di essere il primo ad averlo pensato ma ho la fortissima impressione che Calasso sia una specie di Agamben della letteratura.

venerdì 5 luglio 2024

Fortnight (Taylor Swift, 1)

I was supposed to be sent away
But they forgot to come and get me
I was a functioning alcoholic
'Til nobody noticed my new aesthetic
All of this to say I hope you're okay
But you're the reason
And no one here's to blame
But what about your quiet treason?
And for a fortnight there, we were forever
Run into you sometimes, ask about the weather
Now you're in my backyard, turned into good neighbors
Your wife waters flowers, I wanna kill her
All my mornings are Mondays stuck in an endless February
I took the miracle move-on drug, the effects were temporary
And I love you, it's ruining my life
I love you, it's ruining my life
I touched you for only a fortnight
I touched you, but I touched you
And for a fortnight there, we were forever
Run into you sometimes, ask about the weather
Now you're in my backyard, turned into good neighbors
Your wife waters flowers, I wanna kill her
And for a fortnight there, we were together
Run into you sometimes, comment on my sweater
Now you're at the mailbox, turned into good neighbors
My husband is cheating, I wanna kill him
I love you, it's ruining my life
I love you, it's ruining my life
I touched you for only a fortnight
I touched you, I touched you
I love you, it's ruining my life
I love you, it's ruining my life
I touched you for only a fortnight
I touched you, I touched you
Thought of callin' ya, but you won't pick up
'Nother fortnight lost in America
Move to Florida, buy the car you want
But it won't start up 'til you touch, touch, touch me
Thought of calling ya, but you won't pick up
'Nother fortnight lost in America
Move to Florida, buy the car you want
But it won't start up 'til I touch, touch, touch you


Dovevano mandarmi via
Ma si sono dimenticati di venirmi a prendere
Ero un'alcolizzata funzionante
Finché nessuno ha notato la mia nuova estetica
Tutto questo per dire che spero che tu stia bene
Ma tu sei la ragione
E nessuno qui è da biasimare
Ma che dire del tuo silenzioso tradimento?
E per quindici giorni siamo stati per sempre
Ti incontro ogni tanto, ti chiedo del tempo
Ora sei nel mio cortile, sei diventato un buon vicino di casa.
Tua moglie innaffia i fiori, voglio ucciderla
Tutte le mie mattine sono lunedì bloccati in un febbraio infinito
Ho preso il farmaco miracoloso per il trasloco, gli effetti sono stati temporanei
E ti amo, mi sta rovinando la vita
Ti amo, mi sta rovinando la vita
Ti ho toccato solo per due settimane
Ti ho toccato, ma ti ho toccato
E per una quindicina di giorni siamo stati per sempre
Ti incontro ogni tanto, ti chiedo del tempo
Ora sei nel mio cortile, sei diventato un buon vicino di casa
Tua moglie innaffia i fiori, voglio ucciderla
E per quindici giorni siamo stati insieme
Ti incontro a volte, commenti il mio maglione
Ora sei alla cassetta della posta, sei diventato un buon vicino di casa
Mio marito mi tradisce, voglio ucciderlo
Ti amo, mi sta rovinando la vita
Ti amo, mi sta rovinando la vita
Ti ho toccato solo per due settimane
Ti ho toccato, ti ho toccato
Ti amo, mi sta rovinando la vita
Ti amo, mi sta rovinando la vita
Ti ho toccato solo per due settimane
Ti ho toccato, ti ho toccato
Ho pensato di chiamarti, ma tu non rispondi
Altri quindici giorni persi in America
Trasferirmi in Florida, comprare la macchina che vuoi
Ma non si accenderà finché non mi toccherai, mi toccherai, mi toccherai
Pensavo di chiamarti, ma non rispondi
Un'altra quindicina di giorni persi in America
Trasferirmi in Florida, comprare la macchina che vuoi
Ma non si accenderà finché non ti toccherò, ti toccherò, ti toccherò

sabato 1 giugno 2024

Religione (Intuizione 79)

Ciò che viene designato con la parola "religione" può essere sottovalutato soltanto in caso di grave insufficienza di giudizio.

lunedì 8 aprile 2024

Musica come lotta contro il Tempo (Intuizione 78)


Oggi ho pensato, credo per la prima volta, che forse la musica non è indifferente alla temporalità esistenziale.
Forse, al pari della danza che però ne è dipendente e di certi sport che ne sono tardive derivazioni, la musica permette di controllare il Tempo, anche se per un tempo limitato.
Ma durante il tempo dell'esecuzione musicale, il bravo esecutore DOMINA IL TEMPO.

Di fronte alla morte, il musicista non potrà far altro che ripetersi una melodia, ossia un frammento di Tempo governato.
(La mia melodia esiziale sarà l'aria delle Variazioni Goldberg.)

domenica 3 marzo 2024

Per Mark Fisher, 1

"Oddio, non so niente di economia, sul serio... (Scoppia a ridere.)" (M. Fisher, Desiderio postcapitalista).

La domanda da cui vorrei partire è questa: come può un critico brillante del capitalismo, quale Fisher senza ombra di dubbio era, ignorare l’economia, e ancor più: come può pensare di affermare pubblicamente di ignorarla senza conseguenze per la sua reputazione di critico del capitalismo?
Ossia: da quand'è che la sinistra ha ammesso la propria fondamentale ignoranza dell’economia?
Io stesso, che appartengo più o meno alla generazione di Mark Fisher (sono più giovane di quattro anni), sono un esempio di chi ha sempre considerato fondamentale l’economia e la sua critica, per una politica progressista, pur senza riuscire a impararla.
Ma a differenza di Fisher non ho mai pensato che fosse possibile rinunciare a comprenderla per poter criticare il capitalismo. Il capitalismo non esiste a prescindere dall'economia, e le interpretazioni altisonanti dell'economia come "nuova religione", da Benjamin ad Agamben, saranno anche affascinanti (non certo per me) ma non permettono alcuna critica costruttiva, emancipativa, progressista o rivoluzionaria, del capitalismo=economia reale.
Recentemente, leggendo Byung-Chul Han, un filosofo considerato in qualche modo, forse erroneamente, erede della sinistra (si spende per lui il ricordo della Scuola di Francoforte) ho constatato che nei suoi scritti agili e pop non pare esservi traccia di quell'economia reale che chiamiamo capitalismo.
Mi pare dunque essenziale ripartire da una critica delle critiche non-economiche del capitalismo.
A questo fine, il socialista Thomas Piketty, di cui sto leggendo Capitale e ideologia, sembra molto utile.

sabato 28 ottobre 2023

La morte come bell'evento (intuizione 77)

L'amore non mi ha riservato grandi gioie.
Sarà per questo che ultimamente mi pare di capire che la morte sarà l'evento più interessante della mia vita.

domenica 20 agosto 2023

L'anima e l'anomia (Intuizione 76)

L'anima, questo automa spirituale, è fondata sulla teleologia.
Ma una società priva di eticità abolisce tutti i fini comuni, lasciando agli individui l'enorme responsabilità di desiderare in modo errato.

mercoledì 7 giugno 2023

ChatGPTuring


1950 
Turing:

- Mi scriva, per favore, un sonetto sul tema del ponte sul Forth

- Non faccia affidamento su di me per questo. Non ho mai saputo scrivere poesie.



2023 ChatGPT:

- Mi scriva, per favore, un sonetto sul tema del ponte sul Forth

- Sul Forth, un ponte maestoso si innalza,
Tra la nebbia e l'orizzonte che si allarga,
Un legame di ferro e pietra che avanza,
Simbolo di progresso, grandezza che sfarfalla.

Le sue arcate si ergono verso il cielo,
Come ali di giganti, sospese in volo,
Attraversano l'abisso con orgoglio,
Unendo terre e cuori, un solo desiderio.

Le acque scure del fiume scorrono veloci,
Riflettendo la sua grandiosa struttura,
Mentre antiche melodie il vento accompagna,

Guidando l'anima del viaggiatore con dolcezza pura.
Ponte sul Forth, simbolo di connessione,
Tra terre, sogni e passioni in perfetta fusione.

giovedì 25 maggio 2023

Come insegnerò filosofia e storia, fino alla pensione (Intuizione 75)

Ho improvvisamente avuto una delle mie "intuizioni" (la 75esima, a quanto pare*): all'inizio della classe terza del liceo scientifico d'ora in poi dirò ai miei giovani allievi: "inizio oggi a raccontarvi una lunga storia che durerà tre anni".
In tutti questi anni di insegnamento è come se lo avessi sempre fatto, ma la storia che volevo raccontare rimaneva implicita in quanto "una storia".
Anche perché, forse, in effetti, non l'avevo così chiara come mi pare di iniziare ad averla oggi, a cinquantuno anni suonati e dopo avere subito la gravissima perdita di un caro amico d'infanzia.


* Il teologo di "Palombella rossa" dice che ce ne sono 163 in una vita.

venerdì 3 marzo 2023

Il non-travaglio del computazionale (Intuizione 74)

Ho finalmente un'ipotesi che potrebbe spiegare perché i computer scientist possono lavorare indefessamente, come se lavorare non costasse loro alcuna energia.

Il pensiero computazionale potrebbe essere consustanziale all'essere umano, tanto da non richiedere affatto "il travaglio del concetto" (Hegel).

mercoledì 1 febbraio 2023

Soggettivo e oggettivo (Intuizione 73)

La confusione tra soggettivo e oggettivo è alla base dell'ideologia contemporanea, come molte altre confusioni concettuali.

Certamente soggetto e oggetto sono categorie rivedibili, vetuste, forse obsolete, sicuramente ottocentesche.

Tuttavia l'attuale senso comune non riesce a distinguerle, ossia non riesce a pensarle.

giovedì 1 dicembre 2022

Sovranità e tempo (Intuizione, 72)

La libertà è sovranità ma il limite della sovranità è il tempo.
Perciò, maggiore è la libertà nel tempo, maggiore è la sovranità.
La libertà è strutturale.
Per essere liberi nel tempo bisogna abitare una struttura temporale libera.

giovedì 25 agosto 2022

Finte prefazioni, 1

I casi sono due: l’Essere è finito oppure è infinito. E’ un’alternativa che videro già i primi due alfieri dell’Essere puro, Parmenide e Melisso, opponendosi esattamente su questo punto. Lasciando da parte che cosa significhi esattamente l’opposizione finito/infinito, cosa che richiederebbe almeno un certo sapere matematico, sembra ragionevole affermare che, se l’Essere fosse infinito, un libro sull’Essere dovrebbe essere altrettanto infinito. Che questo libro sia tutt’altro che infinito non implica però che l’Essere non lo sia: semplicemente, ciò vuol dire che anche per questa volta non avrete tra le mani il Libro Definitivo, quello che ci è talvolta sembrato di leggere, e che tutti vorremmo poter leggere almeno una volta prima della fine della nostra vita.

martedì 23 agosto 2022

Strutture (Intuizione 71)

Detto semplicemente: ci sono strutture buone e strutture cattive.
Tutto dipende dal criterio con cui si classifica.

mercoledì 3 agosto 2022

Eutanasia (Intuizione 70)

Il padre è colui che può insegnarti che non si deve vivere a tutti i costi, e che a certe condizioni è meglio morire che vivere.

domenica 20 febbraio 2022

Il sapiente sul balcone

Non appena la guerra ebbe inizio i cittadini furono chiamati ad arruolarsi per difendere la patria. 
Un celebre sapiente iniziò a predicare dal balcone di casa sua: “di quale guerra parlano? Chi può dire esattamente che cosa sia una guerra? Bisognerebbe domandarlo ai generali ma io l’ho fatto e ne ho ricevuto risposte assai diverse: questo dimostra che nessuno sa esattamente che cosa sia la guerra, dunque non è possibile dire che noi siamo in guerra. Del resto, un mio amico ammiraglio mi ha detto di avere visto ben altre guerre in vita sua. Questa guerra è un’invenzione!”
L’idea stessa di una guerra sembrava incredibile, poiché nessuna guerra era stata combattuta da molto tempo. Poiché a tanti non piaceva l’idea di doversi arruolare e poiché in passato il sapiente aveva scritto molti libri apprezzati anche dal popolo, le sue prediche iniziarono ad avere ascolto. In molti cercarono di non partire per la guerra, sostenendo che non vi fosse alcun bisogno di combattere: i soldati i cui cadaveri venivano quotidianamente riportati a casa dal fronte potevano essere morti in molti modi diversi, forse si erano uccisi tra di loro oppure si erano suicidati. Chi aveva perso un proprio caro al fronte, naturalmente, si indignava per le folli prediche del sapiente, ma aveva da pensare al proprio lutto.
Il sapiente continuava a predicare dal balcone, e giorno dopo giorno si radunava sotto di esso una folla sempre più numerosa. Egli iniziò a sostenere che, di fronte a una guerra inventata, l’unica cosa da fare fosse andare al fronte senz’armi, per dimostrare che si trattava di una grandiosa frottola di alcuni generali, i quali sostenevano che vi fosse una guerra anche se nessuno vedeva chiaramente il nemico schierato. E se anche vi fosse stato un nemico, non poteva poi essere un nemico così terribile da dovergli addirittura muovere guerra. 
Alcuni fecero come aveva detto il predicatore: partirono per il fronte disarmati e non fecero più ritorno. Qualcuno ritornò orrendamente ferito e mutilato e cercò di convincere i seguaci del sapiente a non dargli più ascolto: le ferite e le mutilazioni erano opera del nemico e non c’era motivo per dubitarne. Ma i seguaci pensarono che si trattasse di finti mutilati, di impostori pagati dai generali e dai politici per spaventare il popolo e convincere che la guerra non fosse un’invenzione.
Il sapiente disse che, poiché non si può dire che cosa sia la guerra, essa è già presente in tempo di pace. Anche durante la pace, in fondo, c’è sempre la guerra. Sarebbe venuto un giorno in cui si sarebbe scorta la guerra in ogni attimo di pace, di cui non si potrebbe più godere per l’angoscia di sentirsi perennemente in guerra. Lo aveva scritto più volte nei suoi libri e poiché nessuno gli aveva mai dato torto non poteva che esser vero.
Quando l’esercito schierò l’artiglieria per proteggere la città, i seguaci del sapiente scesero in piazza per protestare: “quelle armi ci mettono in pericolo - dicevano - potrebbero esplodere e farci del male, oppure qualcuno potrebbe inciampare nelle ruote di legno mentre fa pascolare i suoi dromedari. Toglietele di torno!”
Non furono ascoltati, e fu un bene perché quando il nemico attaccò la città l’esercito poté rispondere colpo su colpo. Ma i seguaci del sapiente sostenevano che i colpi venissero sparati a un nemico immaginario e si lamentarono per il fragore delle detonazioni che ferivano le orecchie e offuscavano la vista con la polvere.
Il sapiente domandava alla folla: non sarebbe meglio una vita senza armi? Abbiamo forse dimenticato la commovente bellezza di questo quartiere, prima che venissero posizionati i cannoni e sparati quegli inutili colpi? Ora, quando pascolate i vostri dromedari dovete aggirare le intelaiature dei cannoni, muovete passi sgraziati e i vostri animali si feriscono gli zoccoli e sono inquieti e quando odono il fragore delle esplosioni non pascolano più e il loro latte diventa rancido. Noi abbiamo dimenticato che cosa sia pascolare i bellissimi dromedari in un quartiere senza cannoni e senza rumore meccanico. Non esiste la guerra, esistono solo i cannoni con i quali vogliono rovinare la nostra vita e tenerci prigionieri di un’illusione.
A ogni cittadino fu poi ordinato di tenere con sé un’arma, affinché potesse difendersi se un nemico fosse penetrato oltre le mura difensive. Ma il sapiente protestò: quelle armi ci appesantiscono la veste e ci fanno sentire al sicuro contro un nemico che non esiste. Ma solo con le nude mani noi potremmo difenderci adeguatamente, se anche vi fosse una guerra. Tuttavia, non vi è nessuna guerra e chi vuole farcelo credere ci inganna con lo spettacolo delle ignominiose armi.
Un giorno, i nemici raggiunsero la parte della città nella quale vi era la dimora del sapiente: trovando una folla intenta ad ascoltare la sua predica ne fecero strage (nessuno poté difendersi non avendo armi) o li imprigionarono riducendoli in schiavitù. Poi entrarono nella dimora del sapiente e non capacitandosi del fatto che nessuno avesse tentato di combattere, lo interrogarono. Il sapiente disse che era contento di vederli. Sapeva che un giorno sarebbe anche potuta scoppiare una guerra, ma quella non era una guerra temibile. Ed era per lui indifferente vivere o morire, combattere o arrendersi, perché l’unica cosa che contava veramente era quell’attimo in cui nemici immaginari lo stavano interrogando. Non esisteva null’altro oltre a quell’immagine: non la guerra, non i nemici, non le armi e nemmeno i dromedari, o meglio i dromedari erano esistiti fino a quando li si era potuti far pascolare senza intralcio, poi non più.
Lo strangolarono e massacrarono la sua famiglia, i servi e tutti i seguaci che si erano nascosti nella cantina cercando un vano riparo. Incendiarono la sua dimora dopo averla saccheggiata e passarono a devastare il resto dell’isolato, abitato da seguaci del sapiente. Mentre venivano seviziati e uccisi molti urlavano “questa non è vera guerra! Questa non è morte! Il sapiente aveva ragione!”.
Gli altri cittadini, dall’alto della roccaforte nella quale si erano riparati, udirono le urla strazianti e compresero che insieme ai seguaci del sapiente non avrebbero mai potuto vincere la guerra. Si considerarono fortunati che gli dei non avessero obnubilato anche loro.
Il giorno in cui i nemici furono scacciati e la guerra fu vinta non rimaneva nessun seguace del sapiente che potesse dire che ne pensasse della vittoria.
Poco tempo dopo, però, un giovane che aveva letto i libri del sapiente iniziò a predicare dal proprio balcone. Diceva che quella che tutti festeggiavano non era una vittoria. In effetti, non vi era mai stata nessuna guerra. 
Alcuni, a cui non piacevano i festeggiamenti, iniziarono a prestargli ascolto.

lunedì 24 gennaio 2022

La potenza degli amici (Intuizione 68)

Rincuorerebbe contro le orribili peripezie della vita sapere di avere sempre al proprio fianco degli amici potenti.

Ma la potenza non si misura dalla sua attualizzazione: nella potenza degli amici bisogna credere, bisogna intuirla e amarla, come si amano gli amici.

L'amico più inoperoso può ben essere il più potente di tutti.