...il giudice Falcone è la figura di un giusto che, in nome della 
giustizia, ha sfidato il contesto, lo stato delle forze. L'esigenza di 
giustizia porta a sfidare il contesto, per trasformarlo, ma assumendo il
 rischio dell'incommensurabilità tra la sfida e lo stato delle forze; è 
il rischio assoluto. Falcone ha testimoniato per la giustizia a rischio 
della vita, e tenendo conto del contesto (lo conosceva meglio di 
chiunque altro); ma a un certo punto non ha ceduto alla dissuasione che 
poteva venirgli dal lato contestuale, non ha abdicato davanti 
all'esigenza di giustizia. Ciò che chiamo "giustizia", che non è il 
diritto, è un rapporto con l'incondizionato che, una volta preso in 
considerazione l'insieme delle condizioni date, testimonia di ciò che 
non si lascia chiudere in un contesto. Ovviamente, in questo rapporto 
con l'incondizionato, con la giustizia, ne va della vita e della morte. 
La giustizia non è il diritto; però è ciò che prova a produrre un nuovo 
diritto. E per produrlo bisogna tener conto del contesto e poi, a un 
certo punto, trasformarlo radicalmente.  
JD, Parigi, 16 luglio 1993
 
 
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