E’ tutta, In ogni umano stato, ozio la vita, Se quell’oprar, quel procurar che a degno Obbietto non intende, o che all’intento Giunger mai non potria, ben si conviene Ozioso nomar. (Giacomo Leopardi)

domenica 13 settembre 2020

Playstation e cognizione spaziale (Intuizione 62)

Sono sostanzialmente certo che Red Dead Redemption 2 mi abbia riattivato la cognizione visiva come non mi accadeva da tempo.
L'effetto però è stato massimo all'inizio e poi nel giro di qualche mese si è andato attenuando.
La cosa deve essere legata alla (mia personale?) percezione dello spazio, perché lo stesso mi accade in luoghi bellissimi (Lipsi, Linosa, la montagna): all'inizio sono sorpreso dal paesaggio e dagli oggetti situati nello spazio, ma con la ripetizione nei mesi e anni l'effetto si attenua senza che vi sia una reale coscienza di "conoscere" quegli spazi.

martedì 30 giugno 2020

Persone che lascian lì le cose rotte (Intuizione 61)

Ci sono persone che di fronte alla rottura di un loro oggetto non intervengono: non lo buttano via, non lo riparano, non lo nascondono.
Si ripromettono di occuparsene in futuro, ma non lo fanno mai perchè di fronte alla distruzione la loro azione si paralizza ed essi devono rimuovere l'evento stesso: poiché vivono in un eterno presente, rifiutano l'idea che un ente possa passare dall'essere al nulla.

martedì 23 giugno 2020

Creatori di una sola opera (Intuizione 60)

Nel corso della loro vita, i geni della produzione artistica e intellettuale creano numerose opere d'arte, più o meno raggruppabili in serie, per analogie e differenze, temi, idee, stile, ecc.
Poi ci sono i bravi mestieranti che, per motivi diversi, nel corso della loro vita producono poche cose notevoli, magari soltanto una anche molto bella: im vengono in mente Albinoni, Bruno Martino, Pachelbel, Alain-Fournier...

Potessi almeno creare un'opera bella come questi creatori di opere uniche!

sabato 6 giugno 2020

Consumatori di tempo altrui (Intuizione, 59)

Stando da soli ci si rende conto di quanto la presenza altrui consumi il nostro tempo, la nostra vita: una giornata sembra più lunga se trascorsa in perfetta solitudine, e anche senza contarlo il tempo viene occupato da una più numerosa serie di eventi e azioni (spazio liscio).
Il con-essere consuma inevitabilmente il tempo dell'Esserci. Partendo da questo presupposto, sembra dunque del tutto impossibile un con-essere "autentico", cioè proprio, poiché gli altri ci es-propriano, con la loro semplice presenza, dell'uso del nostro tempo.
L'inferno temporale sono gli altri.

mercoledì 27 maggio 2020

Intuizione 58: Musica elettronica e cognitivismo musicale.

Ascoltando Autechre mi rendo conto che grazie al cognitivismo ho pensato per qualche anno di poter teorizzare la comprensione umana della musica attraverso semplici modelli formali.
Ma era un progetto impossibile e insensato, come voler fare una mappa del mondo 1:1.

giovedì 30 aprile 2020

Philodemic, 3: Espressioni (pseudo)filosofiche utili per il frangente.

L'accadere epocale dell'Evento.
 
Essere fedeli all'Evento.
 
La voce della coscienza.
 
La Chiamata.
 
Divenire-isolati.
 
Stoss razionalizzante.

Riduzione di complessità.

Agire strategico.

lunedì 20 aprile 2020

Appunti su Mike Ehrmantraut come padre

Uno dei motivi più drammatici di Better call Saul è la morte del figlio di Mike Ehrmantraut.

Pur avendo giustiziato gli assassini di suo figlio, Mike non può non sentirsi in colpa per la morte del figlio, che aveva scoperto che suo padre era un poliziotto corrotto.

Quando Mike affronta la vedova, le urla più volte che suo figlio non era corrotto (“sporco”): la situazione è paradossale perché lui, il padre, era effettivamente corrotto.
Com’è possibile difendere l’onestà del proprio figlio, essendo un padre disonesto?
<Il padre attribuisce al piccolo Altro il valore del grande Altro>
Vedo in questa situazione, oltremodo dialettica, qualcosa di profondissimo: il figlio non somiglia al padre, ma il padre ha riconosciuto nel figlio un valore più alto (addirittura opposto) al proprio, e lo difende persino contro se stesso.
è vero che questo avviene in maniera postuma, il che permette di dubitare di ciò che il padre corrotto avrebbe sostenuto quando ancora il figlio onesto era in vita. Tuttavia appare chiaro che di fronte alla morte del figlio (quell’evento paradossale e letteralmente impensabile, per un padre), il padre assume la giusta posizione dialettica: il Vero apparteneva al figlio, non al padre.
C’è qui una commovente remissione del padre al figlio: il padre si arrende al piccolo Altro, divenuto ormai grande Altro.

Sono poche le situazioni estreme che possono portare a un simile rivolgimento dialettico, ma Better call Saul ne inscena una di grande bellezza, nel personaggio di Mike e nella narrazione del figlio morto.

C’è naturalmente da considerare la vendetta di Mike: egli uccide gli assassini del figlio.
è una vendetta assolutamente inaccettabile per il nostro senso morale.
Eppure, nella finzione narrativa, perché siamo inesorabilmente portati a stare dalla sua parte? (La domanda è più generale, e andrebbe posta a Enrico Terrone: perché, nei film, parteggiamo per i criminali e gli assassini “giusti”?)

Mike aveva confessato a suo figlio di essere corrotto: come può un padre sopportare di non essere il padre ideale?

sabato 18 aprile 2020

Concetti pandem(on)ici (raccolta di articoli, in aggiornamento progressivo)

Questioni giuridiche.




Questioni filosofiche.

G. Agamben:







M. Ferraris: 








martedì 14 aprile 2020

Happydemic, 3

La Donna che ci hanno inviato non rende affatto più semplice la nostra situazione.
Come ho già detto, passa tutto il tempo in telechiamata, non capisco di che cosa parli, perché usa due o tre lingue a me incomprensibili, ma certamente porta avanti un lavoro scientifico di gruppo.
È una Scienziata.
Ma perché l'hanno inviata da noi? Il nuovo blocpartamento non è molto grande, anche se ha due piani, e lei non fa nulla per la casa. Anzi, non è vero: ogni tanto lava i panni e li stende. Un giorno ha persino dimostrato di saper cucinare e cucire, cosa che ha sbalordito parecchio mio figlio. Tuttavia non si intrattiene mai con noi, e quando non è in telechiamata guarda degli strani video comici che non mi fanno per niente ridere.
È del tutto disinteressata ai nostri noogiuochi, e non sono nemmeno riuscito a farla interessare alla Psicodidattica.
Ho pensato che possano averla mandata per spiarmi, ma non riesco a credere che il Governo possa avere tanto timore di me. Ultimamente non ho più espresso opinioni politiche,  e con i miei psicofollowers ho parlato esclusivamente di questioni ludiche.
Forse il Governo vuole capire quanto io sia compatibile con una Donna? Non staranno per caso progettando di farmi andare a vivere in Città in una casa di Donne? Potrebbero volermi convertire in un Istruttore femminile?  Non mi pare plausibile: con tutti i candidati che ci sono non vedo perché pensare a me.

Mio figlio e io usciamo di rado. Facciamo qualche giro dell'unica spaziopista autorizzata, quella intorno all'edificio dove si trova il blocpartamento, spariamo qualche colpo con le armi laser (intorno all'edificio ci sono diversi rottami di automobili abbandonate) e poi ritorniamo dentro: la Donna non ci segue mai.
Senza i noogiuochi la nostra permanenza qui sarebbe molto più pesante,  e in ogni caso qui non corriamo nessuno dei pericoli che ci aspetterebbero in città.
Per quanto durerà questa situazione? La Donna non ne sa nulla, o almeno non ha risposto a nessuna delle mie domande dirette. Per la verità non mi ascolta quasi mai ed è rarissimo che mi risponda.
Devo provare a riprendere contatto con Egido: anche se non ha più incarichi governativi potrebbe avere qualche valida informazione. Dove sarà finito, lui?

sabato 11 aprile 2020

Filosofare (intuizione 57)

Che cosa sia il pensiero in generale, e quello filosofico in particolare, è una questione che è venuta articolandosi nel corso della storia del pensiero filosofico, e del pensiero in generale.
Dando per acquisito che il pensiero umano ha una struttura parzialmente logico-linguistica, possiamo dire che noi compiamo innumerevoli inferenze quotidiane, immediate o meno: si potrebbe dunque definire "filosofare" il tentativo di selezionare e indirizzare le proprie inferenze quotidiane.
Si noti: questa definizione lascia completamente sospesa la questione della verità, cui le inferenze filosofiche potrebbero essere pensate dover essere necessariamente indirizzate.

PS: una volta, alla mia domanda se il pensiero filosofico non dovesse essere SEMPRE inteso alla verità, Maurizio Ferraris mi rispose che no: diversamente la filosofia si chiamerebbe qualcosa come "alethologia".
Questa risposta giustifica, a mio avviso, tutto il mio amore per Maurizio, ma anche tutto il mio fastidio nei suoi confronti.

Philodemic, 2: tipi di filosofi.

Nell'emergenza epidemica i filosofi e le filosofe sono chiaramente in crisi, ma reagiscono in modo diverso.
Ci sono quell* che si lanciano sulle macrointerpretazioni dell'Evento, ovviamente in modo da confermare le loro precedenti letture della realtà: Agamben e Zizek esemplificano bene questa prima possibilità, ma anche Maurizio Ferraris.
Ci sono poi quell* che si occupavano di questioni particolari su cui si costruisce una carriera, nel mondo iperspecialistico dell'accademia contemporanea: se si occupavano di genere e sesso ora proveranno a dire qualcosa su genere e sesso durante l'epidemia, ecc.

Io, se fossi un filosofo, vorrei seguire una terza via: provare a pensare quello che (mi) sta succedendo senza dare per scontate teorie pre-pensate.
Sarebbe chiaramente una via più singolare e narrativa, che forse non porterebbe a nulla di interessante sul piano filosofico.
Ma in filosofia continuo a preferire nessuna verità che delle false verità.


giovedì 9 aprile 2020

Jürgen Habermas sul Corona virus e sul suo nuovo libro (in fieri)

Professor Habermas, come vive personalmente, come esperisce la crisi del corona-virus?

Posso solo dire cosa mi passa per la testa in questi giorni. Le nostre società complesse incontrano costantemente grandi insicurezze, ma queste si verificano localmente e non allo stesso tempo, e vengono elaborate dagli esperti responsabili, più o meno in modo inosservato, nell'uno o l'altro sottosistema della società. Al contrario, l'insicurezza esistenziale si sta ora diffondendo a livello globale e simultaneamente, nelle menti degli stessi individui collegati in rete.
Tutti sono consapevoli dei rischi perché per combattere la pandemia l'autoisolamento dell'individuo è la singola variabile più importante, considerando i sistemi sanitari sopraffatti. Inoltre, l'incertezza riguarda non solo la gestione dei pericoli epidemici, ma anche le conseguenze economiche e sociali del tutto imprevedibili. A questo proposito - per quanto si può sapere - a differenza che per il virus, al momento non esiste un esperto in grado di stimare con sicurezza queste conseguenze. Gli esperti di scienze economiche e sociali dovrebbero frastenersi dalle previsioni imprudenti. Si può dire che non ci sia mai stata così tanta conoscenza della nostra ignoranza e della coercizione ad agire e vivere in condizioni di incertezza.

Il suo nuovo libro "Ancora una storia della filosofia" è già alla sua terza edizione. Il suo argomento - il rapporto tra credenza e conoscenza nella tradizione occidentale - è tutt'altro che semplice. Si aspettava questo successo?

Non ci pensi quando scrivi un libro come questo. Hai solo paura di commettere errori - in ogni capitolo pensi alla possibile contraddizione da parte degli esperti, che conoscono meglio i dettagli.

Ho notato una mossa didattica: ripetizioni, flashback e riepiloghi distaccanti strutturano il tutto e danno respiro. Vogliono facilitare l'accesso al laico interessato.

Finora, i lettori dei miei libri sono stati per lo più colleghi accademici e studenti di varie materie, soprattutto docenti, alcuni dei quali insegnano etica e studi sociali. Ma questa volta, nei primi mesi da quando è stato recensito, ho incontrato un pubblico di lettori completamente diversi - ovviamente quelli che sono interessati all'argomento "Fede e sapere", ma anche persone che sono generalmente premurose e chiedono consigli, tra cui medici, manager, avvocati ecc. Sembrano fidarsi della filosofia per cercare un po 'di comprensione di sé. Questo mi soddisfa, perché una certa specializzazione eccessiva, che danneggia la visione del filosofo e il soggetto in quanto tale, era uno dei miei motivi per cercare questa compagnia.

Nel titolo del suo lavoro, che risale a Herder, la parola "ancora" mi irrita...

Lo "ancora" nel titolo attira l'attenzione del lettore sul fatto che questa è solo una, seppure nuova, interpretazione della storia della filosofia - tra le altre possibili interpretazioni. Questo gesto di modestia mette in guardia il lettore dall'incomprensione di prendere in mano una storia esauriente o addirittura definitiva della filosofia. Io stesso seguo la linea di interpretazione secondo cui questa storia può essere intesa come un processo di apprendimento dal punto di vista di una certa comprensione del pensiero post-metafisico. Nessun singolo autore può evitare una prospettiva particolare; e ovviamente questo riflette sempre qualcosa delle sue credenze teoriche. Ma questa è solo l'espressione di una coscienza fallibilistica e non intende in alcun modo relativizzare le affermazioni di verità delle mie affermazioni.

(...)


https://www.fr.de/kultur/gesellschaft/juergen-habermas-coronavirus-krise-covid19-interview-13642491.html?fbclid=IwAR2-ICcZteYNQiVQapjz6RWjMCd4Vy5uVe-of62SUSWq-UJKwBkcDYZ5sMw






mercoledì 8 aprile 2020

Happydemic, 2

Il Governo ha cambiato parere sul mio trasferimento in Città.
Ignoro il perché: non mi hanno comunicato null'altro che l'ordine di rimanere dove mi trovo, com'era deciso fino alla settimana scorsa.
Mi hanno imposto di cambiare blocpartamento insieme a mio figlio. Quello nuovo è migliore del precedente, ma mi hanno annunciato un abbassamento del salario: non credo che dipenda dal mio comportamento ma semplicemente dal fatto che il Governo deve riorganizzare la nooproduzione.
Devo trovare il modo per convincere i Dirigenti che posso ancora lavorare bene alla Psicodidattica, anche durante l'estate, se ve ne fosse bisogno.
Su questo punto dovrò essere molto convincente: spiegherò che mi farebbe piacere fare infoimmissioni estive, dato che d'estate mi annoio.
Potrei impostare una parte del programma su quei vecchi noogiuochi che piacevano a mio nonno, il mondo preistorico dei cowboys è ricco di spunti politici degni di riflessione da parte degli allievi.
Certi colleghi saranno contrari e proveranno a mettermi in cattiva luce: diranno che sono un agente del Governo e che voglio la Psicodidattica totale.
Non è così anche se penso che dovremmo cambiare molte cose, ma non merita che io ne discuta con quei perdenti. Quando il loro blocpartamento sarà minuscolo impareranno a rispettarmi.

Mi hanno anche inviato una Donna che vivrà con noi: non parla molto ma ho capito che è una scienziata (trascorre quasi tutto il giorno in telechiamata con i suoi colleghi, mentre mio figlio e io ci dedichiamo ai nostri noogiuochi).
Non ne ho fatto cenno ai miei allievi, perché non vorrei che il cambiamento li inducesse a diffidare di me, abbassandomi il rating: uno Psicodidatta non dovrebbe avere distrazioni, a parte i figli.
Tuttavia spero che quella Donna possa darmi alcune informazioni utili: potrebbe raccontarmi qualche cambiamento importante della Città. In quel caso potrei provare a spiegare agli allievi che l'ho presa con me per averne un vantaggio, potrei addirittura ricavarne un rating maggiore.

domenica 29 marzo 2020

Dan Sperber, L'effetto guru

L'oscurità dell'espressione è considerata un difetto. Non è così, tuttavia, nel discorso o nella scrittura dei guru intellettuali. (1) Non è solo che i lettori insufficientemente competenti si astengono, come dovrebbero, dal giudicare ciò che non capiscono. Troppo spesso, ciò che i lettori fanno è giudicare profondamente ciò che non sono riusciti a comprendere. L'oscurità ispira timore reverenziale, un fatto di cui sono stato fin troppo consapevole, vivendo nella Parigi di Sartre, Lacan, Derrida e altri famosi (ma difficili da interpretare) pensatori. Qui provo a spiegare questo "effetto guru".
Esistono due modi di avere credenze nella propria mente.
Il possesso di una credenza può essere sperimentato, nella misura in cui viene sperimentato, come semplice consapevolezza di un fatto, senza consapevolezza delle ragioni per ritenerlo un fatto. Così si svolgono la maggior parte delle nostre credenze ordinarie. Sono fornite dai nostri processi cognitivi spontanei, l'affidabilità dei quali diamo per scontata senza esame. Credo che ci sia il sole perché vedo che c'è il sole; credo che ieri abbia piovuto perché ricordo che è successo; e credo che tu sia di buon umore perché è così che interpreto spontaneamente l'espressione sul tuo viso. Qui, "perché" non introduce ragioni che potrei aver soppesato nel formare queste credenze, ma i processi causali attraverso i quali vengo ad averle. Tali credenze sono "intuitive", nel senso che si impongono senza che noi siamo consapevoli del processo attraverso il quale lo fanno.
Altre credenze le ho perché credo anche che ci sia una buona ragione per averle. Credo che domani ci sarà il sole perché così diceva il bollettino meteorologico e trovo che le previsioni del giorno dopo siano abbastanza affidabili. Credo che tu abbia appena fatto pace al telefono con il tuo amico perché questa è la migliore spiegazione che posso trovare per il tuo umore improvvisamente migliorato. In questi casi, "perché" introduce una ragione per la mia convinzione. Tali credenze sono "riflessive" nel senso che le intratteniamo insieme alle ragioni che abbiamo per accettarle. (2)
Intrattenere una ragione è un processo cognitivo come percepire, ricordare o capire l'umore di qualcuno. Per converso, il fatto che percezione, memoria e il rilevamento dell'umore siano processi cognitivi affidabili ci darebbero una ragione, se ne avessimo bisogno, per accettare le credenze che essi generano. Il contrasto che voglio disegnare tra "Credenze riflessive" e "convinzioni intuitive" non sono tra credenze ritenute a causa di una causa e credenze sostenute per una ragione, ma tra credenze sostenute con o senza mentalmente ragioni rappresentate.





(1)
Uso qui la parola inglese "guru", non la parola sanscrita da cui deriva.
(2)
Per la distinzione tra credenze intuitive e riflessive, si veda Sperber 1997.
...

[continua]


Bibliografia

Dennett, Daniel (1989). Murmurs in the cathedral (review of R. Penrose, The Emperor’s New Mind). The times literary supplement, September 29–October 5, pp. 55–57.

Mercier, H., and Sperber, D. 2009. Intuitive and reflective inferences. In Evans, J. St. B. T. and Frankish, K. (Ed.) In two minds: Dual processes and beyond. Oxford University Press.

Penrose, R. 1989. The emperor’s new mind: Concerning computers, minds, and the laws of physics.Oxford: Oxford University Press.

Sperber, D. 1996.Explaining culture: A naturalistic approach. Oxford: Blackwell.

Sperber, D. 1997. Intuitive and reflective beliefs.In Mind and Language12(1): 67–83.

Sperber, D. 2001. An evolutionary perspective on testimony and argumentation.Philosophical Topics29:401–413.

Sperber, D., and D. Wilson. 1995.Relevance: Communication and cognition, 2nd ed. Oxford: Blackwell.

Wason, P.C. 1960. On the failure to eliminate hypotheses in a conceptual task. Quarterly Journal of Experimental Psychology 12: 129–140



 
Testo originale.

Happydemic, 1

Oggi ho saputo il responso definitivo: il Governo ha deciso che devo tornare in Città. 
Non so quale dei miei atteggiamenti politici abbia definitivamente convinto i Funzionari a infliggermi questa condanna. Forse hanno ritenuto che il mio atteggiamento non fosse del tutto allineato con le Norme: in fondo come insegnante non ho mostrato grande entusiasmo verso la Psicodidattica, nonostante io non fossi del tutto contrario (1).
Certi colleghi refrattari alle novità hanno fin da subito preso una brutta piega: non padroneggiavano bene gli psicocodici degli allievi, e hanno fatto qualche pasticcio durante le infoimmissioni. Certi allievi si sono lamentati coi Dirigenti e voilà: i blocpartamenti dei colleghi si sono improvvisamente ridotti di qualche decimetro cubo, mentre le loro porte per l’Acquisto sono state ridotte.
A me, dell’Acquisto, importa relativamente poco. Ne usufruisco essenzialmente per mio figlio, ma in effetti sarebbe un danno anche per me dover sopportare le sue recriminazioni. 
In questo lieto periodo che abbiamo trascorso fuori Città, ne abbiamo fatto un uso moderato: non potendoci muovere liberamente lungo le spaziopiste gli ho acquistato dei noogiuochi molto carini. Un paio di quelli, anzi, mi sembrano interessanti anche dal punto di vista infoimmissivo. (Devo parlarne coi miei psicofollowers.)
In ogni caso, adesso che torniamo in Città, tutto sarà diverso.
Per fortuna, per far piacere a mio figlio, ho acquistato due armi laser.
In Città potrebbero essere utili, anche se dubito che saranno sufficienti.

(1) Non ho mai avuto il tempo e la voglia di riflettere approfonditamente sulla Psicodidattica, nonostante il mio dottorato in scienze del pensiero. Ma, come i miei amici ben sanno, in quel dottorato mi sono occupato essenzialmente di neurosuoni. Tendenzialmente penso che la Psicodidattica dovrebbe potenziare i Cittadini positivi e far sentire in colpa quelli negativi: ma so per certo che gli ideologi del Governo ritengono che sui cittadini negativi debbano abbattersi delle Socializzazioni molto più severe..

domenica 22 marzo 2020

Effetto Memento (Intuizione 56)

I post sui social funzionano come i biglietti del protagonista di "Memento", di Christopher Nolan
Così il soggetto si disperde in un continuo rimbalzare da una questione all'altra, in una semiosi infinita ma più circolare e labirintica che lineare e progressiva...

Philodemic, 1: il virus Signore assoluto

Da oggi mi affido a piccole azioni creative quotidiane.
Non ho le forze per analisi e critiche, la mediazione negatrice mi ha consumato in modo inarticolato.
Qualcuno la chiamerebbe paura, io tenderei piuttosto a definirla angoscia: hegelianamente ora siamo confrontati col Signore assoluto, la morte, "il nulla".
Non sono mai stato nichilista e voglio reagire.
Il mio problema si riassume in questo: non essendo in questa crisi manifesto un Signore oltre a quello assoluto, ho finora esitato dolorosamente nella decisione per la servitù o la signoria. Qui non si tratta di contrapposizione tra coscienze (in quel caso sono molto reattivo, bambino resiliente) ma di posizionarsi di fronte a un evento sistemico di proporzioni planetarie.
La tentazione della depressione va sconfitta per un impegno etico: non in senso lacaniano (depressione = viltà), quanto in senso cristiano. 
Di fronte alla comunità dei sofferenti, PER questa comunità, l'accidia demoniaca va combattutta e sconfitta.